Quella dell’“ANTICO FRANTOIO CIABARRA” è una storia di tre generazioni, iniziata nel 1923 ad opera di mio nonno Orazio Ciabarra. In quel tempo l’attività del Frantoio CIABARRA era svolta sulla base di antiche metodologie che, in assenza di energia elettrica, sfruttavano la forza fisica di uomini e animali. Produrre olio richiedeva molto tempo e fatica. Le olive, raccolte a mano per brucatura e con rastellini, venivano caricate manualmente dentro la macina movimentata da un asino che mio nonno prendeva in affitto all'inizio della campagna olearia. La pasta di olive veniva distribuita manualmente all’interno di fiscoli di canapa “doppi”, (cioè uniti ai bordi esterni), collocati poi, l’uno sull’altro, sotto il torchio. Dalla pressatura, che permetteva ai liquidi di fuoriuscire ed alla sansa nei fiscoli di indurirsi, si otteneva una miscela di acqua di vegetazione e olio. A questo punto, per separare l'olio dall'acqua di vegetazione, si sfruttava il diverso peso specifico esistente tra i due liquidi. L’olio, infatti, più leggero dell’acqua, affiorava in superficie e, dopo qualche ora, non restava che raccoglierlo con una specie di grossa pala. Questo antico sistema di lavorazione, risalente alle vetuste civiltà greche e romane, fu conservato fino alla metà degli anni Quaranta, quando, anche nella nostra zona, fu introdotta l’energia elettrica. Mio padre, impiantò in alcuni anni, un “moderno” frantoio “Camplone”. Fu installata una nuova macina, delle presse idrauliche che sostituirono i torchi e un separatore centrifugo per separare il mosto di acqua e olio.
